La tecnologia ci salverà dall’emergenza globale?

L’emergenza ‘Covid-19’ delle ultime settimane sta incidendo su molti Paesi, sistemi economici, sanitari, educativi, di istruzione e formazione. Le conseguenze di questa situazione si riscontrano nella quotidianità di ogni persona, famiglia, scuola e azienda, non solo a livello nazionale, ma anche internazionale.

La crisi in corso ci sta facendo riflettere su quanto sia sempre più necessaria una strategia internazionale integrata partendo dalla cooperazione fra tutte le figure di riferimento coinvolte.

Oggi abbiamo a disposizione un enorme potenziale tecnologico che, abbinato a creatività e capitale umano, può fare la differenza nel modo di  affrontare le sfide più complesse. Robotica, Intelligenza Artificiale, Big Data, strumenti innovativi di Comunicazione e Marketing, realtà virtuale e aumentata, ci possono  aiutare ad individuare opportunità di supporto in contesti d’emergenza globali, come quello legato al Covid-19.

Con l’espandersi dell’epidemia in Italia, si è osservato, infatti, che i principali attori del sistema Paese (aziende, istituzioni, scuole, famiglie), hanno registrato una forte accelerazione nell’adozione delle tecnologie di ultima generazione come risposta al cambiamento in atto.

Due sono le enormi opportunità della tecnologia digitale che il pericolo del contagio ha definitivamente sdoganato: il lavoro agile, o smart working, e la didattica a distanza, o distance learning. In verità il movimento degli smart worker era già in cammino e a fine 2019 se ne stimavano in Italia 570 mila con un più 20% rispetto all’anno precedente. Ma era un cammino lento e non agile a differenza del nome che si porta addosso.

Smart Working: l’UCC ai tempi del coronavirus

Il passaggio dalla dimensione analogica del lavoro a quella smart richiede un processo di cambiamento complesso che va ad agire su più leve e che deve tenere in considerazione gli obiettivi, le priorità e le peculiarità tecnologiche, culturali e manageriali dell’azienda.

Parlare di smart working e di e-learning significa parlare di ‘Unified Communication and Collaboration as a Service’ che identifica la nuova frontiera della comunicazione aziendale. Utilizzare applicazioni di comunicazione e collaborazione unificata senza il bisogno di dover possedere infrastrutture proprietarie complesse e costose. Basta un accesso a Internet per poter comunicare in piena libertà e in modo intuitivo senza dover farsi carico degli oneri e costi relativi a manutenzione, aggiornamento e investimenti in sicurezza, delegandoli semplicemente ad un service provider. Tutti i servizi telefonici integrati, chat, audio e video vengono erogati attraverso piattaforme che risiedono in unico posto, il Cloud che li rende disponibili su qualsiasi terminale.

 Cloud: la tecnologia abilitante per lo Smart Working

Il Lavoro Agile, così come la didattica a distanza, richiedono applicativi che consentono di realizzare interazioni in tempo reale, mantenere traccia delle modifiche effettuate ai documenti, avere le risorse disponibili (dati e infrastruttura) da qualsiasi parte del mondo: tutto ciò è reso possibile dalla tecnologia Cloud. Oggi più che mai, il Cloud rappresenta la ‘conditio sine qua non’ in grado di abilitare un modello di business e organizzazione basato sulla collaborazione.

Boom del traffico dati: la continuità del servizio garantita dal Datacenter

Dal decreto del 9 marzo firmato dal governo italiano si è registrato un incremento spropositato del traffico Internet. In un momento in cui la rete sta sopperendo alle limitazioni negli spostamenti fisici di lavoratori e studenti, quello a cui stiamo assistendo è un sovraccarico della rete stessa dovuto alla forte crescita della fruizione dei servizi on demand (Netflix, Facebook…).

 In particolare, secondo i dati del MIX, il principale Internet eXchange italiano, la rete ha raggiunto nella giornata del 10 marzo un picco di traffico di 1109 Gbps, superando la soglia di 1 Tera bps che era il record toccato ad ottobre 2019. Il trend si è confermato anche nei giorni successivi mantenendosi sempre al di sopra di 1 Tera bps. ‘L’Italia  – afferma Joy Marino, presidente del MIX – è uno strano Paese. Molti criticano la nostra poca propensione alla pianificazione, ma nei momenti eccezionali siamo capaci di reagire subito, adattandoci a nuove consuetudini e adottando rapidamente nuovi comportamenti. In questa emergenza tutti gli attori della filiera di Internet dovrebbero essere ringraziati, perché hanno reso possibile questo cambio improvviso di comportamenti. Nel giro di un paio di giorni non solo tantissimi italiani hanno cambiato la sede di lavoro/studio, hanno convertito dispositivi usati solo per scopi ludici o sociali in strumenti di lavoro/studio, ma sono aumentati molto i volumi e cambiate  le direzioni dei flussi dei dati che viaggiano attraverso le infrastrutture della Rete.’

 C’è un altro dato molto interessante che emerge dallo studio di come si sta comportando la rete: la diminuzione del traffico in entrata e l’incremento del traffico in uscita. Nello specifico, si è osservato che sono aumentati anche i flussi di traffico in uscita dalle reti delle aziende, e sono cresciuti molto, in orario diurno, i flussi in uscita dalle grandi piattaforme di cloud, dove risiedono le applicazioni di lavoro collaborativo e di videoconferenze.

Secondo il decalogo redatto da Gartner per gestire un’emergenza di questo tipo numerose sono  le azioni da compiere e gli investimenti da fare: per esempio, rendere le infrastrutture più robuste e scalabili, favorire la gestione da remoto dei data center, accelerare la disponibilità di dispositivi mobili per permettere alle persone di fare smart work.

Mai come in questo frangente la tecnologia diventa elemento critico centrale e, in particolare, il Data Center si conferma fondamento della digital economy.

DATA4spiega Davide Suppia, Country Manager di DATA4 Italia, mette infatti a disposizione  dei propri Clienti un piano per garantire la continuità operativa, nel rispetto delle norme stabilite dal governo. Il principale sforzo è stato proprio concentrato nel potenziare le infrastrutture per reggere i picchi di richieste di connessione da parte dei grandi provider presenti all’interno del Campus di Cornaredo, assicurando business continuity e rispetto delle condizioni di sicurezza per il personale impegnato in prima linea.’

 L’epidemia ha avuto, quindi, il merito, se così possiamo dire, di spingere tutte le organizzazioni verso il lavoro agile e il distance learning, ponendo in evidenza anche tutte le criticità che questo può determinare in termini di infrastruttura e gestione da remoto dei Data Center. Oltre all’impegno del personale impegnato nel settore farmaceutico e nella produzione di beni del settore primario, questa crisi ha acceso i riflettori sul ruolo chiave, ma ancora poco conosciuto, dei Data Center come hub di dati e connettività. Con la continua crescita della fruizione dei servizi on demand (dal remote working all’e-learning passando per lo streaming di contenuti), i data center di nuova generazione iper-sicuri, connessi ed efficienti dal punto di vista energetico si sono dimostrati la nuova ‘commodity’ che ha messo in luce la fondamentale funzione di supportare le le attività delle persone nel compimento della loro ‘trasformazione digitale’.

 Siamo quasi invisibili al grande pubblico – conclude Marino del MIX – ma se non ci fossero i Data Center che sono in grado di accendere una capacità di elaborazione quasi illimitata e riassegnata istantaneamente a servizi diversi, se non avessimo gli snodi sovradimensionati e automaticamente riconfigurabili che caratterizzano gli IXP, non funzionerebbe né lo smart working, né il distance learning. Sta a noi, idraulici e fuochisti delle nuove tecnologie, continuare ad allargare i “tubi” e aggiungere potenza di fuoco ai Cloud, nel solito modo che ci caratterizza: “seam-less”, senza che nessuno se ne accorga’

 Quello che dobbiamo ora sperare è che, una volta finita la tempesta, si procederà a costruire un mondo nuovo e migliore, dove i servizi resi possibili dalla digitalizzazione saranno integrati come best practice nel nostro modo di operare, senza dimenticare il valore del confronto umano.