Outsourcing dei servizi di Datacenter: le aziende italiane sono pronte

L’esternalizzazione dei servizi Data Center è un trend di mercato in crescita secondo la ricerca svolta da The Innovatiton Group per DATA4

La crisi pandemica –  sottolinea Davide Suppia, Country Manager, DATA4 ITALIAha modificato in modo indelebile molti settori economici, così come le nostre vite. Una forte accelerazione si è avuta nell’utilizzo delle tecnologie digitali, sia nella vita di tutti i giorni che nelle strategie aziendali in diversi settori. Questo ha portato ad un aumento del traffico Internet e di informazione globale raggiungendo nel 2021 20 Zetabyte (secondo studi Cisco nel 2006 erano 6,8). I trend che sottendono questa crescita sono da ricercare, in primis, nell’utilizzo di servizi Cloud e Digital forniti da Public Cloud provider Hyperscaler e nella domanda di servizi da parte di settori quali l’Healthcare, la Supply Chain manifatturiera e la Logistica, messi a dura prova dall’emergenza sanitaria.

Dalla ricerca svolta emerge che, sebbene nelle aziende medio-grandi italiane il 60% dei sistemi/UT workload sia ancora  on premise, stiamo assistendo a un’evoluzione delle infrastrutture che spinge le aziende non solo all’adozione di tecnologie più moderne e ambienti più sicuri ma anche all’esternalizzazione delle stesse. Fra gli aspetti che guidano questa evoluzione delle infrastrutture meritano particolare attenzione, in ordine di priorità, la domanda di maggiore sicurezza e resilienza degli ambienti IT (74% delle risposte), l’adozione di standard (62% delle risposte), la compliance a norme (61%), il migliore controllo delle risorse o governance (51%), la migliore interconnessione di rete (43%) ed infine l’esigenza di ridurre i costi puntando ad avere un minore Total Cost of Ownership nel lungo periodo (42%).

Di fronte alla necessità di rinunciare ove possibile a costosi asset di proprietà, che richiedono continui investimenti, il trend è quello di prediligere un mix di Colocation, Hosting e Cloud. Il 64% del campione intervistato dichiara infatti di aver intenzione di utilizzare datacenter di terze parti nel medio-lungo termine. A questo proposito, molto interessanti sono i dati sul comportamento delle aziende nei confronti del Private Cloud. Mentre il 40% delle imprese intervistate preferisce posizionarlo all’interno di datacenter di proprietà, il 35% predilige la Colocation presso datacenter di terzi posizionati in Italia, il 19% presso datacenter europei e solo l’1% presso quelli presenti a livello globale. ‘Se focalizziamo l’attenzione sulle aziende medio-grandi intervistate – entra nel vivo Elena Vaciago, Associate Research Manager di The Innovation Group –  possiamo dire che la quasi totalità di queste realtà ha datacenter proprietari, più moderni e aderenti agli standard, che sono soggetti, però, a continui upgrade e aggiornamenti per tenere il passo delle crescenti esigenze che arrivano dal business. Ben diversa è la situazione delle medie imprese (100 – 500 addetti) che hanno ancora necessità di lavorare sui temi dell’ammodernamento, della sicurezza e della compliance.’

Nella scelta della Colocation, le motivazioni sono, oltre sempre alla ricerca di maggiore sicurezza e resilienza delle infrastrutture (la possibilità di ridurre i downtime e i rischi di sicurezza) e compliance a norme, anche una domanda di maggiore agilità nell’uso di infrastrutture IT (56% delle risposte) e migliore interconnessione con il cloud (37%).

Le aziende sono anche consapevoli del valore offerto dalla migliore interconnessione di rete presente nei datacenter multi-tenant. Tra i valori offerti dall’interconnessione, emerge in primo piano di nuovo la sicurezza (60% delle risposte), seguita da compliance e più facile accesso ai servizi di connettività, oltre che la minore latenza dei collegamenti. 1 azienda su 4 inoltre riconosce il vantaggio di una riduzione dei costi della connettività fornita dai datacenter provider.

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